Riabilitazione
occupazionale
In determinate condizioni dipendenti disabili, incinte o
sieropositivi possono ottenere una prescrizione
medica attestante che determinate condizioni o
attività di lavoro costituiscono un rischio per la loro salute e
non sono pertanto idonee. In questi casi il
dipendente dovrebbe essere trasferito temporaneamente o
permanentemente ad una posizione adeguata all'interno dell'azienda
finalizzata ad accogliere persone in riabilitazione
occupazionale.
La legge bulgara prevede che ciascun datore di lavoro con più di 50 dipendenti ha l'obbligo di destinare dal 4-10% dei posti di lavoro all'interno dell'impresa in modo da essere adeguati per dipendenti in riabilitazione professionale. Questa destinazione avviene annualmente ed entro 14 giorni dalla destinazione, il datore di lavoro deve notificare all'Agenzia di collocamento il numero dei posti di lavoro destinati a dipendenti in riabilitazione professionale e precisare quale posizioni sono vacanti.
Molto spesso una posizione destinata ad un dipendente in riabilitazione professionale è occupata da un dipendente non in riabilitazione professionale. La legislazione non fornisce indicazioni chiare in merito alla determinazione se una tale posizione è da considerare vacante ai fini dell'Agenzia di collocamento e se una persona disoccupata in riabilitazione professionale e in cerca di lavoro potrà essere assegnata all'impresa.
Il Ministero del Lavoro ha pertanto pubblicato un parere ufficiale precisando che l'Agenzia di collocamento considera queste posizioni disponibili per il collocamento di disoccupati in riabilitazione professionale o di disoccupati disabili in cerca di lavoro.
Responsabilità per la violazione del diritto del lavoro
Secondo una recente modifica del diritto del lavoro, non soltanto
il datore di lavoro ma anche il lavoratore può essere tenuto
responsabile di violazioni del diritto del lavoro. La nuova
legislazione prevedeva la possibilità per l'ispettore del lavoro di
imporre multe a qualsiasi dipendente impiegato con un contratto
scritto.
La Corte Costituzionale ha adesso abolito tale modifica affermando che si tratta di un abbandono del principio costituzionale della protezione del lavoro e del ruolo protettivo dello Stato in relazione all'esercizio del diritto di lavoro. Di conseguenza è stata ripristinata la situazione precedente e i lavoratori non possono essere tenuti responsabili di violazioni dei requisiti del diritto del lavoro.
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